Mentre a livello europeo la Commissione propone di riformare il mercato elettrico, puntando su contratti a lungo termine, insieme a maggiore chiarezza, responsabilità e potere di scelta a tutela dei consumatori, in Italia finisce sotto la lente delle forze politiche al decreto Pnrr, all’esame della commissione Bilancio del Senato. Alcuni emendamenti a firma Lega, FI, FdI e Pd, quindi bipartisan, prevedono la proroga dal 1 gennaio 2023 al 1 gennaio 2024 del mercato tutelato dell’energia elettrica per le micro imprese e per i clienti domestici.
Le prossime tappe
Le proposte di modifica segnalate, ossia quelle caratterizzate da maggiori possibilità di passare la prova del voto, saranno 250, sui 952 presentate. I gruppi avranno tempo fino alle 12 di lunedì 20 marzo per segnalare le proprie proposte. Giovedì 16 intanto saranno dichiarate le inammissibilità. L’esame del provvedimento entrerà dunque nel vivo da martedì 21, con la discussione in commissione che si protrarrà fino al 24 marzo, mentre le votazioni dovrebbero iniziare martedì 28 marzo.
Il 31 marzo scadranno gli sconti
Non si sa se saranno prorogati oltre il termine del 31 marzo gli sconti scattati l’anno scorso – con il taglio degli oneri generali di sistema per la luce e dell’Iva per il gas – per aiutare famiglie e imprese contro l’impennata del prezzo del metano. Un intervento costato finora allo Stato circa cento miliardi di euro. «Stiamo facendo una valutazione in questi giorni in raccordo con il ministero dell’Economia che tiene i cordoni della borsa» ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto a Skytg24 spiegando che «questo influirà nell’inserire anche tutto, in parte o nulla i cosiddetti oneri di sistema nella bolletta. Per un nuovo intervento bisogna andare con cautela» ha aggiunto confermando che «il trend è buono» e un «altro ribasso del 20% della prossima bolletta elettrica».
Le ipotesi sul bonus sociale
Ad aprile, il Mef potrebbe rinnovare il bonus sociale per le famiglie (con l’attuale soglia Isee di 15 mila euro) che ha visto coinvolti oltre 8 milioni di utenti (5 milioni per la luce e 3,5 per il gas). E le imprese potrebbero godere ancora del credito di imposta ma modulato sul prezzo del gas: l’idea è fissare una soglia oltre la quale lo “sconto” aumenta, mentre al di sotto non è previsto. Il massimo resterebbe quello fissato nell’ultima legge di bilancio, che ha rafforzato i crediti di imposta, portandoli al 45% per le imprese energivore e gasivore e al 35% per gli esercizi commerciali. Sarebbe poi allo studio un “bonus famiglie” che potrebbe partire dalla seconda metà dell’anno e che si baserebbe sui consumi: sarebbe incentivato il risparmio energetico, come annunciato dal ministro Giorgetti a dicembre scorso.
Besseghini, bonus famiglie in bollette? Più da titoli che di sostanza
Il tema del bonus famiglia «è più da titoli di giornali che di sostanza. C’è sicuramente grande attenzione al tema dallo scorso giugno ma è bene non fare confusione in questo settore e ambito», ha detto il presidente di Arera, Stefano Besseghini rispondendo durante la conferenza stampa sul Piano di Terna alle ipotesi circolate di un nuovo bonus per le famiglie in bolletta basato su una riduzione dei consumi, in vista della scadenza il 31 marzo degli sconti scattati l’anno scorso. «Se poi ci sono meccanismi che abbiano come target la giusta attenzione all’uso energia va fatta una riflessione», ha concluso.