Le vecchie pellicole in nitrato che stava conservando sotto un edificio a Vincennes hanno preso fuoco, causando un incendio che ha ucciso due persone nell’agosto 2020. Al processo, il collezionista Serge Bromberg ha ammesso una colpa.
In occasione dell’apertura del processo per omicidio colposo, Serge Bromberg, famoso collezionista e restauratore di pellicole, ha ammesso la sua “colpa”, avvenuta martedì 22 novembre a Créteil, dopo l’incendio mortale di un edificio causato da un grosso stock di bobine di nitrato che stava conservando.
Conservate senza autorizzazione sotto un edificio di otto piani a Vincennes, vicino a Parigi, nella Val-de-Marne, queste vecchie e potenzialmente pericolose bobine di pellicola hanno preso fuoco la notte del 10 agosto 2020, nel bel mezzo di un’ondata di caldo. “Ho commesso un errore”, ha ammesso Serge Bromberg davanti al tribunale penale martedì mattina, 22 novembre.
Non c’è aria condizionata né allarme antincendio
L’ex direttore artistico del Festival del Cinema d’Animazione di Annecy conservava in questa stanza le bobine della sua società, la Lobster Films, specializzata nella conservazione, nel restauro e nella distribuzione di vecchi film. Queste pellicole in nitrato erano conservate in una stanza senza aria condizionata, senza allarme antincendio, vicino a un tetto di vetro. Era stato installato un firewall, ma in realtà non era dotato di isolamento termico. Si è sciolto in 30 minuti.
Secondo il rapporto investigativo, le bobine si sono incendiate spontaneamente, provocando l’esplosione del gas risultante. I residenti dell’edificio, nelle loro testimonianze, riferiscono di una “grande esplosione”.
Il violento incendio ha distrutto anche l’edificio vicino. Una donna di 69 anni, che viveva al secondo piano, è morta tra le fiamme, mentre un uomo di 55 anni si è lanciato dal quarto piano. L’incendio ha richiesto sei ore per essere messo sotto controllo.
L’imputato era consapevole dei rischi
Gli investigatori stimano che al momento dell’incendio ci fossero tra le 1364 e le 1935 bobine, per un peso compreso tra le 2,5 e le 3,6 tonnellate. L’imputato fa un calcolo diverso: 965 bobine, 970 chili. “È un dato di fatto, non una stima”, ha sottolineato al banco dei testimoni. “Questo posto era un ‘buffer stock’, doveva contenere solo alcune bobine prima di andare alla CNC”, si è difeso il conduttore e produttore, che era perfettamente consapevole dei rischi insiti nel nitrato.
Pur riconoscendo “un gravissimo errore di valutazione” e una “negligenza” da parte sua, il 61enne imputato ritiene che il CNC fosse obbligato a recuperare e conservare le sue bobine di nitrato.
“La quantità di nitrato doveva essere estremamente ridotta” nei suoi locali, ha spiegato, aggiungendo: “Mai prima d’ora il CNC mi aveva rifiutato le bobine.
“Il fatto che si potesse utilizzare un sito in piena campagna, una fattoria inutilizzata, non le è passato per la testa?”, gli ha chiesto il presidente del tribunale.
“È stato certamente uno sbaglio, un errore, un’imprudenza”, ha risposto il diretto interessato, di fronte a una sala dove le vittime e le parti civili erano accorse numerose. Il processo proseguirà fino a mercoledì.